Territorio

Storia di un antico territorio

“… Guardò un’altra volta la campagna

e udì il vento negli alberi …”

(Di là dal fiume e tra gli alberi)

Ernest Hemingway

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L’Età del bronzo

Vicino all’antica città di Caorle, dove lo sguardo scivola verso il mare, la campagna di San Gaetano è accarezzata da venti che risvegliano memorie di antichi profumi. Un famoso sito archeologico, rinvenuto nel 1994 nelle vicinanze dei nostri vigneti, testimonia la presenza della viticoltura già dall’età del bronzo

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L’ Ottocento

A metà Ottocento la nobile famiglia dei baroni Franchetti, nota per gli interessi culturali e per le considerevoli proprietà, vista la straordinaria fertilità dei terreni di San Gaetano, volle crearvi un centro agricolo autosufficiente.

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L’ Età contemporanea

Il personaggio di maggiore notorietà della famiglia Franchetti, dal temperamento spiccato, fu il barone Raimondo, riconosciuto come il più grande esploratore italiano del XX secolo in Africa. Nella premessa al suo libro “Nella Dancalia etiopica” (1930), egli rivela il suo vero carattere e il suo grande amore per la natura: “Figlioli, a voi dedico questo libro: oggi siete piccoli, eppure ogni qualvolta ritorno dai miei pellegrinaggi mi chiedete che vi parli dell’Africa e volete sapere, sapere tante cose…Vi ho chiamato con tre nomi di quei paesi: Simba, Lorian, Nanuki.

Successivamente, il barone Raimondo ebbe anche un’altra figlia, che chiamò Afdera, che sposò l’attore americano Henry Fonda. 

I mitici anni Sessanta videro a S. Gaetano, ospiti del barone Nanuki, numerosi personaggi del jet set internazionale. Tra i tanti, si ricorda con particolare affetto il soggiorno del premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway. Lo scrittore, affascinato dal paesaggio, dalla caccia alle anatre in botte e dal buon vino, frequentò San Gaetano in varie occasioni dal 1948 al 1953 e vi ambientò parte del celebre romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Un’opera questa che vede protagonista il “barcaiolo” Fiorindo Silotto (fratello della nostra nonna Carolina), ai tempi capocaccia della famiglia Franchetti.

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Oggi

E’ da questo passato importante, eppure molto presente nella nostra famiglia e nella nostra terra, dove le più remote tracce di coltivazioni dei vigneti convivono con i più recenti moderni metodi di vinificazione, che ci perviene lo stimolo a migliorare costantemente: è il tributo della famiglia Scala, a chi ha avviato l’azienda nel passato, e a chi ne ha successivamente determinato la crescita, ma è anche garanzia per la clientela di oggi, attenta a chi tramanda l’amore per la terra e il vino, punto d’arrivo e riferimento di tutta la nostra attività e del nostro impegno quotidiano.